IO URLO
Rabbia e destino, 1987
Io lotto e mi ribello. Mi sono votato ad un suicidio sociale. Non nella droga, come molti, troverò il rimedio per un mondo più giusto. Non parlo per me, son così poca cosa. Grido per coloro che non han più voce perché l’han persa urlando e piangendo o per quelli che han dimenticato di averla. Urlo e mi strazio perché nemmeno l’eco io sento. Chiedo forse l’impossibile e la grandezza di questo ideale spegne a poco a poco tutto il mio vigore. Nessuno lasci il suo posto per ascoltare il mio canto del cigno: a nessuno voglio sottrarre tempo. Fate solo un cenno con gli occhi: mi sentirò piu’ forte e non soltanto illuso.
CASTELLI IN ARIA
Rabbia e destino, 1987
Quando le zolleavide e le frane Avran bevuto/questo mare/divenuto fango, lungi da ricordarche questo giorno sorse nell’ombrad’una notte chiara, triste, ripenseròa quando io, coi piedi scalzi calpestavo i ciottolid’un debole castello in riva al fiume, costruito su sogni/senza pianto.
LUCANIA
Rabbia e destino, 1987
Ho voluto girare per conoscere la tristezza della sua terra senza stagioni. Ho voluto leggere qualche segreto fra le rughe ataviche della tua desolata terra. Ho visto, nei tuoi tramonti, la tua vita che se ne andava: dovunque vecchi e bimbi dagli occhi grandi e vuoti, coi capelli bruciati dal sole. Ho visto in te i dolori di sempre, la schiavitù senza possibile redenzione per la tua gente. Ho visto sopraffazioni ed odi, offese e calunnie. I miei antenati, e quelli di tanti altri, hanno imparato molto bene a tacere ed obbedire senza discutere: io non ancora. Ho visto nei tuoi crepuscoli tanta speranza, una speranza arida come il sole che arde ed invano ho cercato un verde che sapesse di giustizia.